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Altro che abominevole

SETTE, Corriere della Sera, 20 luglio 2012

Piacere&SapereAnimalia/di Danilo Mainardi

Altro che abominevole
Lo yeti è donna e vive sull’Himalaya. Fantasia? Non per l’etologo Lovari

Mai avrei immaginato che avrei dedicato un poco d’attenzione allo yeti, l’abominevole uomo delle nevi. E invece eccomi qui a discutere dell’incredibile scimmione. A farmi cambiare idea è stato un libro, bellissimo e serissimo, di un etologo che stimo molto, Sandro Lovari dell’Università di Siena. Non è che in genere Sandro studi animali da criptozoologia, che esistono oppure non esistono. Studia mammiferi di montagna assai concreti, quali il leopardo delle nevi, capre e pecore selvaggi;. Il libro infatti si intitola L’enigma delle pecore blu (Orme). Alcune pagine, però, sono proprio dedicate all’uomo delle nevi. Che tra l’altro mai Lovari chiama abominevole. Per chi li ama non esistono animali abominevoli, e se io mi sono preso il vezzo di anticiparne il nome col poco simpatico aggettivo, l’ho fatto solo per render chiaro di chi stavo parlando. Perché purtroppo l’ipotetico abitante delle pendici dell’Himalaya un poco d’abominio se lo porta appresso e l’aggettivo fa ormai parte del suo nome.

Occhio alle bufale. Vediamo però cosa scrive Lovari: «Che lo yeti esista, le popolazioni locali sono sicure; ne distinguono uno più grosso (il maschio?), chiamato miti, da uno relativamente più piccolo (la femmina?) detto yeti». Poi, dopo aver citato varie testimonianze, l’etologo conclude: «È facile scartare con scetticismo ogni segnalazione come frutto di mitomania, abbondanti libagioni o equivoci, ma la possibilità della reale esistenza di un grosso primate ignoto agli zoologi non può essere eliminata in assoluto». Insomma, l’esistenza dello yeti, seppure non probabile, è in definitiva possibile. E ci ricorda che, quando Alessandro Magno chiese a dei filosofi indiani quale fosse l’animale più astuto, risposero: «Quello che l’uomo non è ancora riuscito a scoprire».

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