Descrizione
Un libro che potrebbe sostituire il piacere gustativo.
Giovanni Goria, solido gentleman astigiano, avvocato e campagnolo, profondamente radicato nella cultura e nella tradizione di quel territorio “collinare e vignaiolo” dove ha origine tanta parte della cucina del Piemonte: e, oltre ai profumi, di questa cucina sa rendere il valore profondo storico, sociologico, agroeconomico, senza pignolerie ma con affettuoso rigore. Un esempio? Tante ricette vedrete distinte in varianti “del mezzadro” e “del padrone”, “borghesi” e “contadine”, “cittadine” e “campagnole”; e noterete che di solito il piatto è simile, solo nella seconda versione c’è maggior forza aromatica, aglio in generale. Questo fa capire abbastanza chiaramente che in quell’area dell’ordinato Stato Sabaudo non c’era la selvaggia fame storica caratteristica di altre regioni italiane e che “borghesi” e “contadini” mangiavano spesso cose simili “viste” in modo un po’ diverso: e non crediate, per populismo attuale, che quelle contadine fossero sempre le versioni migliori.
La cucina del Piemonte esprime il meglio del Goria “protagonista” sulla scena del mangiare piemontese attuale, perché il corpus delle ricette è anche lo strumento del suo appassionato, quotidiano intervento nella “cucina reale”, quella dei ristoranti e delle trattorie: è insomma il breviario di un curatore di anime e di cuochi e cuoche, cui tanti operatori gastronomici del settore devono il successo e il paradiso attraverso confessione e redenzione dei loro peccati contro la ricca e sensualissima tradizione culinaria del territorio.
Il libro contiene 270 ricette
La cucina del Piemonte – Indice analitico delle ricette
“Memorie” del Montefeltro, intervista a Giovanni Goria (video Youtube)