Nella tormenta

Diario di un inviato sul fronte belga nel 1914

di Luigi Campolonghi

Prefazione di Giuliano Adorni

Edizione: 2014
Illustrato
14×21 cm – brossura con alette
Tot. pagine: 160
ISBN 978-88-98823-38-3

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 16,00

Descrizione

La Grande Guerra vissuta e raccontata da Luigi Campolonghi.

Questo “diario”, in cui Luigi Campolonghi raccoglie le sue corrispondenze dal Belgio, è documento prezioso di quei primi giorni di ingresso “nella tormenta” del primo conflitto mondiale.

Un dettagliato racconto della Grande Guerra, di una  fase bellica di gravità eccezionale sul piano del diritto internazionale e di particolare ferocia nei confronti dei civili inermi, derubati, ricattati, uccisi.

Il 28 giugno 1914, quando nell’attentato di Sarajevo perdono la vita Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, e la consorte Sofia, il pontremolese Luigi Campolonghi è in esilio in Francia, per le sue idee socialiste. Da Parigi invia ai giornali italiani le sue corrispondenze, raccontando i sentimenti contrastanti che scuotono la Francia, l’attentato in cui viene ucciso Jean Jaurès, la mobilitazione generale. Poi scrive dal Belgio, dove si reca per avere notizie di prima mano, e dà conto dei giorni immediatamente successivi all’invasione tedesca, della distruzione vista da vicino, della ferocia sui civili di un Paese dichiaratosi neutrale. Fra le pagine, non mancano i riferimenti alla posizione italiana: l’autore è favorevole all’uscita dall’isolamento e all’intervento a fianco della Francia democratica, contro Austria e Germania.

Look Inside

L'autore

Luigi Campolonghi (1876-1944), giornalista, scrittore, politico, è una figura di primo piano nella storia del socialismo italiano. Iscrittosi ventenne al Partito Socialista, nel 1898 è costretto a fuggire a Marsiglia per evitare l’arresto, come racconterà nel libro "Pontremoli. Una cittadina tra l’80 e il '900" (Tarka, 2014). A Pontremoli aveva già fondato il giornale socialista “La Terra” insieme al compatriota Alceste De Ambris. Rimane in Francia tre anni e si dedica all’organizzazione dei lavoratori italiani, attività sindacale che gli costa l’espulsione anche dalla Francia. Ritornerà in Francia come corrispondente del “Secolo”, il quotidiano democratico di Milano. Durante la Prima guerra mondiale svolge attività per annodare intese fra l’interventismo democratico italiano e francese. Intanto aveva pubblicato libri a sfondo sociale, come "Vita d’esilio", "La Zattera", "La Nuova Israele" (Chiappini, 2014); biografie di rivoluzionari come Amilcare Cipriani e Francisco Ferrer e "Nella tormenta. Diario di un inviato sul fronte belga nel 1914." (Tarka, 2014). Nel ’23, quando i fascisti comprano “Il Secolo”, si ritira a Nérac, nel Sud-Ovest della Francia, si trasforma in agricoltore. Con l’aiuto della moglie Ernesta e degli amici, Campolonghi fonda la “Ligue italienne des Droits de l’Homme” (LIDU). Colpito da emiplegia il nel ’40, torna in Italia dopo il 25 aprile del ’43, e muore a Settimo Vittone il nel dicembre del ’44.

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