Descrizione
Libro-intervista. Libereso si racconta: il rapporto con Calvino, aneddoti sulle piante, la propria filosofia di vita.
“Una volta mi hanno scritto a questo indirizzo: “A Tarzan, Sanremo”: beh mi è arrivata.
[…] sono proprio un figlio della foresta. Io sono uno dei primitivi, io mi sento primitivo e vorrei esserlo ancora di più…”
dalla prefazione di Nico Orengo >>
Libereso è noto come “il giardiniere di Calvino” (così definito da Ippolito Pizzetti) perché la sua passione cresce nel giardino della villa di Sanremo, dove Mario Calvino e la moglie Eva Mameli (genitori dello scrittore Italo Calvino) coltivano tra piante e fiori la propria fama di illustri botanici.
È alla Stazione sperimentale per la floricoltura di Sanremo diretta da Mario Calvino che Libereso conobbe il celebre Italo.
Da allora di tempo ne è passato e in questo libro-intervista condotta da un altro personaggio noto del mondo del giardino, Ippolito Pizzetti, viene ricostruita la lunga e intensa vita di Libereso che racconta, in prima persona, il rapporto con i Calvino, aneddoti sulle piante, e la propria filosofia di vita.
Di fronte alla storia di Libereso Guglielmi, viene alla mente l’Icaro involato di Queneau, dove un personaggio fugge da un romanzo verso la realtà. Libereso infatti ha avuto due vite. Una immaginaria, come personaggio nel racconto di Italo Calvino Un pomeriggio, Adamo, scritto all’epoca in cui era giardiniere del professor Mario Calvino, padre dello scrittore. L’altra reale, vissuta intensamente come chi rinasce ogni giorno su questa terra che egli considera l’unico paradiso, e durante la quale è diventato un giardiniere noto in Italia e all’estero.
La storia di Libereso, espressione di uno spirito vitale e libero, a stento si lascia imbrigliare in una narrazione: come una pianta in perenne primavera “getta” e intreccia sempre nuovi ricordi da cui spuntano, a ogni pagina, curiose e talora affascinanti rivelazioni: sulla storia di questo secolo, attraverso le due guerre e il fascismo, sull’esperantismo, sul professor Calvino, sul giovane Italo.
Ma sono soprattutto le idee di Libereso sugli uomini e sulla natura, che ne completano l’incantevole ritratto, a lasciare un senso di profonda simpatia e ammirazione in chi lo incontra per la prima volta. Come il lettore di questo libro.
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