La cucina aretina

Storia e ricette

di Guido Gianni

Presentazione di Marco Guarnaschelli Gotti

Edizione: 2012
Illustrato
13,7×21,7 cm – cartonato con sovraccoperta
Tot. pagine: 192
ISBN 978-88-99898-07-6
collana “Cucine del Territorio”

vedi: UNA RICETTA AL GIORNO

 16,00

Descrizione

Ne La cucina aretina Guido Gianni ha approfondito tematiche interessanti e inusuali, come il legame tra la cucina e i mestieri: perché i fuochi, il tempo ma anche gli utensili a disposizione di un fabbro o un calzolaio hanno contribuito alla creazione di alcuni piatti e non altri. Come la spiegazione dell’origine dello “stufato sangiovese”, un piatto che costituiva il pasto dei ‘bullettai’ e cioè i fabbri che forgiavano a mano i chiodi, le ‘bullette’. Mentre battevano il ferro arroventavano sull’incudine una pignatta di coccio, accostata ai carboni della forgia, lo stufato cuoceva lentamente sotto l’occhio vigile del fabbro, che così poteva continuare a lavorare.

Partendo dalla situazione territoriale e agricola originaria, intorno all’anno 1000, Guido Gianni ci racconta una cucina figlia, come tante altre affascinanti, di grande povertà e di grande ingegno in una Toscana che ricorda, più che altre, quella contadina aspra e sordida dei romanzi di Federigo Tozzi. Da questo suolo colturale duro, magro e discreto nasce tanto più sorprendente la pianta di una cucina piena non solo di carattere, ma di complessità e finezze che andranno ad arricchire, tramite i traffici ecclesiastici di Avignone, anche il corpus storico della cucina francese.

Il libro contiene circa 150 ricette

Allegati

 La cucina aretina – Indice analitico delle ricette

Look inside

L'autore

Guido Gianni (1921-2002), terminata la guerra, si afferma come valente documentarista, vincendo il Diploma d’onore al VI Festival di Cannes per il film amatoriale “I vasi Corallini” (1953). A seguito di tale successo viene assunto alla RAITV come regista e realizzatore di programmi culturali vincendo nel 1960 il Premio Saint Vincent per il Giornalismo. Fa parte come regista dello staff televisivo al seguito dell’allora Presidente della Repubblica Mario Segni che gli permette di viaggiare il mondo e conoscere personaggi importanti della vita culturale e politica del tempo nazionali ed internazionali. La grande passione per la cucina e per il territorio lo portano ad essere fra i primi Accademici Italiani della Cucina diventando dapprima Delegato per Arezzo e provincia, poi membro della Consulta nazionale e infine Presidente del Centro Studi nazionale “Franco Marenghi”, ottenendo vari importanti riconoscimenti per l’impegno culturale ed organizzativo apportato: Premio Internazionale “Caterina de’ Medici”, XXI Premio “Verdicchio d’oro”, VIII Premio Ettore Pepe, XXIV Premio Angelo Berto, Premio Tarlati della Federazione Italiana Cuochi. Scrive molti articoli sulla storia e le tradizioni della gastronomia per giornali e riviste a tiratura nazionale collaborando assiduamente con la rivista dell’Accademia. Tra i suoi libri ricordiamo: "Il panunto toscano del Gesuita Francesco Gaudenzio" (Trevi, 1974), "Il sapore di Arezzo" (Trevi, 1976), "Antica gastronomia aretina" (Trevi, 1981), "Quando la cucina si chiamava casa" (Ingrocart, 1991), "Il tè" (Ulisse e Calypso, 1992), "Viaggio intorno al vino (toscano)", (Alberti & C., 1999), "Enciclopedia del tè" (De Agostini).

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