Descrizione
Ne La cucina aretina Guido Gianni ha approfondito tematiche interessanti e inusuali, come il legame tra la cucina e i mestieri: perché i fuochi, il tempo ma anche gli utensili a disposizione di un fabbro o un calzolaio hanno contribuito alla creazione di alcuni piatti e non altri. Come la spiegazione dell’origine dello “stufato sangiovese”, un piatto che costituiva il pasto dei ‘bullettai’ e cioè i fabbri che forgiavano a mano i chiodi, le ‘bullette’. Mentre battevano il ferro arroventavano sull’incudine una pignatta di coccio, accostata ai carboni della forgia, lo stufato cuoceva lentamente sotto l’occhio vigile del fabbro, che così poteva continuare a lavorare.
Partendo dalla situazione territoriale e agricola originaria, intorno all’anno 1000, Guido Gianni ci racconta una cucina figlia, come tante altre affascinanti, di grande povertà e di grande ingegno in una Toscana che ricorda, più che altre, quella contadina aspra e sordida dei romanzi di Federigo Tozzi. Da questo suolo colturale duro, magro e discreto nasce tanto più sorprendente la pianta di una cucina piena non solo di carattere, ma di complessità e finezze che andranno ad arricchire, tramite i traffici ecclesiastici di Avignone, anche il corpus storico della cucina francese.
Il libro contiene circa 150 ricette
La cucina aretina – Indice analitico delle ricette