Descrizione
Questo libro è il risultato di un lungo lavoro di ricerca che, pur non sottovalutando l’importanza del recupero di una vicenda culinaria che affonda le proprie radici nei millenni, va molto oltre i confini di un ricettario tradizionale.
Dopo aver collaborato alla realizzazione del fortunato volume di Maria Teresa Olivieri, La cucina abruzzese dei trabocchi, Lucio Biancatelli e Gino Primavera completano l’esplorazione della gastronomia del territorio d’Abruzzo passando dall’anima marittima a quella montana di questa variegatissima regione e si dedicano alla “grande madre” Maiella. Questo libro è il risultato di un lungo lavoro di ricerca che, pur non sottovalutando l’importanza del recupero di una vicenda culinaria che affonda le proprie radici nei millenni, va molto oltre i confini di un ricettario tradizionale, indagando la storia, la lingua, la cultura rituale e materiale e le straordinarie caratteristiche morfologiche di una terra unica e per tanti versi ancora intatta. Il testo si avvale anche di un interessante apparato iconografico e di contributi prestigiosi come quelli di Fulco Pratesi, fondatore e presidente onorario del WWF, e di Francesco Sabatini, insigne linguista e presidente onorario dell’Accademia della Crusca.
Il libro contiene oltre 90 ricette
Nuova edizione aggiornata e ampliata
Lucio Biancatelli, è nato a Roma nel 1963. Laureato in Filosofia, è giornalista pubblicista dal 1991. Ama la natura e la buona cucina, in particolare i piatti tradizionali d’Abruzzo, regione di cui è originaria la sua famiglia materna. Lavora al WWF Italia come coordinatore dei contenuti editoriali e web.
Gino Primavera, nato a Guardiagrele, ai piedi della Maiella, ha insegnato Scienza degli Alimenti nell’Istituto alberghiero di Villa Santa Maria, patria dei cuochi d’Italia. Guida del gusto del Gal Maiella Verde, è profondo conoscitore della gastronomia del territorio, delle sue tradizioni e della cultura materiale dei luoghi. Gastronomo e ristoratore, è da sempre attento ai problemi che riguardano la qualità della vita e la conservazione dell’integrità ambientale. Si diletta in un orto e in un frutteto naturali a riprodurre piante antiche in via di estinzione, proprie del patrimonio tradizionale del territorio, e ha costituito una piccola banca di semi che distribuisce a richiesta per contribuire alla loro sopravvivenza.
Recensioni da media:
Il Venerdì di Repubblica, 16 novembre 2018
La Stampa, 19 ottobre 2014
il Fatto Quotidiano, 18 settembre 2014