Descrizione
Nel territorio di Parma (sicuramente con l’aiuto delle popolazioni celtiche), più che altrove, si formò una capacità di trasformare le materie prime che, abbondanti, si trovarono fra le mani: il latte di mucche generose e i maiali che scorazzavano liberi a mangiar ghiande (fu lo stesso Carlo Magno a decretare che ogni famiglia avesse dei maiali e un orto dove coltivare ogni genere di erbaggio).
Questa fu la fortuna di gente avvezza a lavorare duro e che contribuì a formare il gusto del buon cibo, aiutata da un territorio adatto come pochi a conservare salumi e formaggi.
L’umidità dell’aria non permetteva l’essiccazione della pasta come in altri luoghi d’Italia e si sviluppò quindi una pasta molle, non secca, a base di farina e uova e allora fu un tripudio di lasagne e tagliatelle.
Il libro contiene 200 ricette.