GRANZI E GRANCEOLE
Le ricette della granceola alla triestina sono molto varie poiché a Trieste e lungo la costa istriana il crostaceo era molto comune.
La granceola veniva servita tiepida o fredda come antipasto, ed è interessante notare che a Trieste si preferisce il maschio chiamato granzo perché privo di corallo (il cordoncino rosa formato dalle uova).
Le stagioni della granceola sono la primavera e l’estate ed è preferibile consumarle quando la luna è nuova o crescente: “luna piena granzo svodo, luna svoda granzo pien” (Luna piena granchio vuoto, luna nuova granchio pieno).
Le granceole, granchi dalle dimensioni d’una ciotola, lessate e capovolte, si aprono e insieme con la polpa che empie il guscio si mette quella delle zampe svuotate; si rimesta tutto e si condisce con olio, sale e limone, scriveva lo scrittore Francesco Babudri.
Alcuni consigliano di servirle fredde con un po’ di pangrattato ma propongono l’alternativa di riscaldarle cinque minuti sulla graticola o in forno.
da “Mangiare triestino” – Mady Fast