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POLLO DI PITIGLIANO ALL’ACETO

La ricetta è antichissima. E discende da quella del cinghiale, passata in seguito al fagiano e alla selvaggina di vario tipo e peso che, al tempo in cui i frigoriferi non esistevano, aveva l’aceto tra i suoi ingredienti per impedire il degrado, l’avaria, delle parti non consumate il giorno stesso della cottura. Aceto abbondante, è chiaro.

Questo problema non esisteva per il pollo, che generalmente si finisce in un solo turno o al massimo in due. Ma l’aceto, aggiunto in dose molto soft, rende più maschio il sapore della sua carne, avvicinandolo a quello dei pennuti selvatici. Una correzione provvidenziale, soprattutto ai tempi nostri, per i polli di allevamento, o che hanno camminato poco.

Di origine viterbese, la ricetta è stata adottata dalle massaie di Pitigliano fin dal secolo scorso.
Pitigliano si trova a quattro chilometri dal confine laziale. E i coniugi Igino ed Egloge Niccolucci l’hanno messa in opera nel ristorante “Guastini” nei lunghi anni della loro gestione, subito dopo l’ultima guerra.

ingredienti

  • 1 bel pollo tagliato a pezzi
  • Una manciata di foglie di basilico
  • 1 grossa cipolla
  • Alcune bacche di ginepro
  • 1 limone
  •  1 foglia di alloro
  • 3 carote
  • Olio
  • Alcune rondelle di un cuore di sedano
  • Mezzo bicchiere di aceto
  • Sale
  • Mezzo bicchiere di vino bianco
  • Un pizzico di prezzemolo, di ramerino, di origano, di nepitella, di fiori di finocchio e di salvia

Tagliare a piccoli pezzi tutte le verdure. Metterle in una casseruola con un po’ d’olio, versare l’aceto e il vino. Salare. Aggiungere un bicchiere d’acqua e cuocere a fiamma moderata. Sistemare il coperchio.
Lasciar cuocere lentamente finché le verdure non sono quasi macerate.

Controllare: se asciugano troppo versare altra acqua.

Intanto mettere il pollo a pezzi in un tegame: condirlo con olio e sale e farlo rosolare a fiamma viva per pochi attimi. A questo punto abbassare la fiamma al minimo e, con il passatutto, macinare le verdure sul pollo. Lasciare cuocere lentamente il pollo finché è necessario. Se il sughetto si restringe venire in suo aiuto con dell’acqua o del vino bianco.  – Ricetta di Igino e Egloge Niccolucci

da “La cucina maremmana” – Aldo Santini

copertina La cucina maremmana nv

Una ricetta e una regione al giorno – da 01/01/2019

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